7 gen 2015

Addio notti insonni?

Cosleeping, metodo di Tracy Hogg o Estivill? Sono certa che molte di voi gia' avranno capito di cosa sto parlando. Uno dei principali problemi di noi mamme e' infatti quello di insegnare ai nostri piccoli a prendere sonno da soli, in modo da evitare ripetuti risvegli notturni di entrambi con conseguenti notti passate piu' o meno in bianco. La cosa di cui sento piu' la mancanza della mia vita pre-mamma sono infatti quelle meravigliose dormite di 10/12 ore di fila. Che lontano ricordo! Al solo pensiero quasi mi commuovo... 

A parte gli scherzi Lorenzo ha oramai 1 anno e 5 mesi e non prende sonno da solo. Vuole essere cullato mentre gli canto una ninna nanna e questo comporta frequenti risvegli notturni in cui scende dal suo lettino e si presenta nella camera di mamma e papa' per essere riaddormentato.  Per tornare a fare la nanna chiede di essere allattato e non c'e' verso di dissuaderlo, piange e strilla cosi' tanto da renderlo nervoso e fargli passare il sonno del tutto. Io non ce la faccio piu' a dormire poco e male quindi mi sto documentando sui possibili modi di risolvere questo problema.
Prima dell'anno e' normale che i bambini si sveglino spesso in quanto stanno apprendendo come dormire ma dopo i 12 mesi dovrebbero essere in grado di riposare 6 ore di fila. Bisogna tener presente pero' che tra gli 8 e i 18 mesi puo' verificarsi la cosidetta "ansia da separazione". Questa scompare entro i 3 anni ma non puo' essere ignorata. Il bambino soffre il distacco della mamma e quando si sveglia ha bisogno di essere preso in braccio e rincuorato.
Secondo gli esperti e' necessario prima di tutto un rituale da ripetere al momento della nanna per far capire al bimbo che e' arrivata l'ora di dormire (giocare, leggere, fare un bagno caldo, mettere il pigiama, cantare, avvolgerlo in una coperta e infine spegnere la luce). Ai primi segnali di stanchezza (sbadigli, tirarsi le orecchie, grattarsi il viso, inarcare la schiena...) il bambino va portato nel suo lettino, e' importante infatti che si addormenti nello stesso posto in cui poi dormira' e si svegliera' (a nessuno di noi piacerebbe addormentarsi in salotto per poi risvegliarsi in camera da letto). Bisogna evitare di addormentarlo allattandolo o cullandolo. 
Facile a dirsi, difficile a farsi. Addormentare un bimbo puo' essere un'impresa difficile e snervante, per questo e' bene abituare i nostri piccoli fin da neonati. Una delle regole fondamentali e' quella di evitare di dare biberon o offrire il seno durante la notte dopo i 4-6 mesi. Il piccolo a quell'eta' se ha fatto pasti regolari non ha bisogno di mangiare la notte e dargli seno o biberon ogni qualvolta si sveglia diventera' l'unico mezzo per farlo addormentare (come e' successo alla sottoscritta). Ogni cosa che facciamo insegna infatti qualcosa al bambino. Se lo addormentiamo cullandolo o allattandolo e' come se gli dicessimo "e' cosi' che ci si addormenta". Tutti i bambini si svegliano tra le due e le sei volte per notte, e' normale, ma se un bambino ogni volta viene cullato, nutrito, coccolato per farlo addormentare si aspettera' che lo facciamo ogni volta che si sveglia.
Esclusa la presenza di motivi psicologici o fisici, in caso il bimbo pianga di notte sarebbe opportuno dopo il 9 mese di vita entrare nella stanza, tranquillizzarlo con una carezza (senza prenderlo in braccio!) ed uscire quando e' ancora sveglio. Ad ogni successivo risveglio bisognerebbe allungare l'intervallo di attesa prima di entrare nella sua stanzetta passando da 30 secondi a 50, un minuto e cosi' via finche' il bimbo si addormentera' da solo. Nei giorni seguenti i tempi di attesa andranno raddoppiati (invece che da 30 secondi la seconda notte si partira' da 60) e nel giro di una settimana le cose dovrebbero migliorare regalando a mamma e piccino un sonno tranquillo. Certo sono necessarie costanza e zero sensi di colpa (il bimbo non sta subendo alcun trauma), ma da mamma comprendo che non sia semplicissimo. 
Anche un oggetto come ad esempio una coperta o un animale di stoffa che acquisisca l'odore materno puo' calmare e aiutare il bimbo a riaddormentarsi, bastera' che la mamma dorma alcune notti con questo "oggetto di transizione". 
Ci sono alcuni alimenti inoltre che sembra concilino il sonno: i cereali (orzo, avena e riso), la frutta cotta, il pesce, il pollo, i legumi e gli ortaggi verdi. Tentar non nuoce...
E per le mamme che come me hanno gia' fatto danni? Come rimuovere questa associazione fortissima tra fare la nanna e succhiare? Esiste un metodo chiamato "rimozione dolce in stile Pantley". Si deve scegliere una serata in cui si notano segnali di sonno ed il bimbo sta bene. Si procede poi a farlo addormentare come si e' abituate (col biberon, il ciuccio o il seno) pero' anziche' lasciarlo addormentare appena si nota che il bimbo e' in dormiveglia si sfila con delicatezza il capezzolo o il ciuccio o il biberon. In caso il bimbo li cerchi si tocchera' dolcemente sotto il mento o sulle labbra per aiutarlo a chiudere la bocca. Se il bimbo non si calma allora si offrira' di nuovo il seno etc, finche' non sembri di nuovo quasi addormentato per procedere nuovamente. Possono essere necessari fino a 5 tentativi ma in genere oltre questi il bimbo si addormentera'. In questo modo diventera' naturale per lui cercare sempre meno un supporto esterno per dormire migliorando cosi' il sonno notturno. 
I bambini hanno bisogno di imparare ad addormentarsi da soli ma anche di sentirsi confortati quando sono in difficolta', allo stesso tempo noi genitori abbiamo il diritto di avere un riposo adeguato e momenti per noi stessi. Personalmente provero' da oggi a correggere le cattive abitudini che ho dato a Lorenzo. Sostituiremo le coccole con la lettura di una bella favola e tenteremo di abolire gradualmente le poppate notturne. Non so se riusciro' nei miei intenti,  mi consola il fatto che tutti i bambini prima o poi dormono tutta la notte, anche quelli cullati o allattati a richiesta giorno e notte. Speriamo che questo "prima o poi" non sia cosi' lontano...

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