11 gen 2015

Aiuto mio figlio mi picchia!

Venerdi sera, ore 17.30, supermercato affollato. Io e mio marito stiamo tentando di fare la spesa mentre Lorenzo inizia con i suoi capricci. Non vuole sedersi nel seggiolino del carrello, non vuole stare dentro al carrello, non ne vuole sapere di stare in braccio. Il suo obbiettivo al supermercato e' quello di prendere piu' prodotti possibile dagli scaffali e spingere qua e la' i carrelli degli altri clienti. Ci sono gia' dei precedenti... E' riuscito a rompere un pacco di pasta (ha scelto la marca piu' cara ovviamente), frantumare in mille pezzi un barattolo di olive ed uscirne illeso (immaginate lo sguardo degli altri clienti che subito hanno pensato "che madre snaturata") e infine mangiare gratis una banana nel reparto ortofrutti (aveva fame, perche' non servirsi da solo?). Quando lo prendo in braccio per impedirgli di continuare con le sue monellerie si contorce come una cobra impazzita e venerdi' e' diventato pure aggressivo. Ha iniziato a darmi schiaffi cosi' forti da farmi volare gli occhiali da vista sul pavimento e lo ha fatto per ben 2 volte. La mia reazione da mamma stanca e stressata sarebbe stata quella di dargli una bella sculacciata... Come comportarsi in questi casi?


Spesso le reazioni dei bambini ci appaiono eccessive e fatichiamo a comprenderle. Questi improvvisi scatti di rabbia e aggressivita' infantile costituiscono una normale manifestazione ed una emozione che stanno vivendo e non conoscono. Affinche' imparino a gestire e superare la frustrazione devono imparare ad accettarla e questo richiede un lungo processo. Il bimbo che riceve un "NO" per il fatto di non ottenere cio' che desidera si sente in collera, arrabbiato. Ecco come manifestera' questa frustrazione per la mancata realizzazione del suo desiderio:
- fino ai 18 mesi le sue reazioni saranno sopratutto fisiche in quanto non e' in grado di esprimersi a pieno attraverso le parole. In questa fare il morso rappresenta la manifestazione piu' frequente
- a 2 anni la sua aggressivita' comincia ed essere intenzionale. Via libera alle scenate animate da grida, calci e pugni. E' il loro modo di affermare la loro individualita'
- a 3 anni la rabbia si sposta dai genitori verso i coetanei e diventa un modo per trovare uno spazio nel gruppo.

La figura dell'adulto che interviene e' molto importante, il suo ruolo non deve essere aggressivo. L'aggressivita' non si combatte con l'aggressivita'. I bambibi imparano ad agire copiando quello che vedono in casa e al nido, il compito degli adulti deve essere dunque quello di mantenere la calma e affrontare il problema un po' alla volta.
- ad 1 anno l'adulto aiutera' il bimbo a capire l'effetto delle sue azioni, puntando sul lato emotivo. Si dovra' far capire ad esempio che la mamma sente dolore e diventa triste se la si picchia.
- a 2 anni si deve cercare di aiutare il bambino ad accettare l'altro e a condividere gli oggetti (a questa eta' spesso litigano perche' non vogliono condividere un giocattolo), spiegando il motivo per cui non si deve fare una determinata cosa e mostrandone le conseguenze. 
- a 3 anni si puo' iniziare a chiedere loro perche' lo hanno fatto, in questo modo il bimbo imparera' ed esternare i suoi sentimenti senza essere giudicato, a verbalizzare i conflitti e le sue intenzioni.

Quindi care mamme contiamo fino a dieci quando e' la nostra di rabbia a farsi sentire e l'unica soluzione sembra quella di dare una bella sculacciata... Impariamo con calma ad affrontare la situazione, diamo un momento al nostro bimbo per avere la possibilita' di calmarsi da solo e aiutiamolo a gestire la frustrazione, un sentimento con cui si dovra' scontrare per tutto il resto della vita. 

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